Dal campo all’aperto con asfalto ruvido e canestri malfermi al Palazzetto dello Sport, dalle leggi razziali alla convivenza tra persone di varie etnie, quasi un secolo di vita si affianca alle vicende del basket cervignanese.
In occasione del cinquantesimo anniversario dell’Associazione Basket Cervignanese, festeggiato nel 2013, siamo andati a cercare e rispolverare vecchi ricordi – non solo sportivi – sepolti dalla polvere del tempo, della Cervignano dei tempi che furono.
La fonte, in questo caso, é la memoria storica di Bruno Morbin, classe 1918 (primo giocatore di pallacanestro di Cervignano) e un articolo di un giornale datato 1951, a firma Bruno Di Giust, il quale, nel narrare vicende del basket cervignanese, porta alla luce tristi episodi della fine degli anni Trenta e della successiva guerra.
Le origini
Il “Numero speciale” edito per il quarantennale dell’ABC, inizia con una foto del 1951 quale omaggio ai progenitori della mitica Zorutti.
“Nell’annata sportiva ’48-’49 – riporta Di Giust – si affacciò alla ribalta dell’attività cestistica regionale il quintetto dell’Ass. Pietro Zorutti di Cervignano“.
Ma la pallacanestro, a Cervignano, è datata più indietro negli anni. “Bisogna ritornare – scrive ancora Di Giust – ai nostri vent’anni e rispolverare le ingiallite cronache di quasi quattro lustri or sono“. E così si apprende che nel 1933 Cervignano gareggiava, alla pari, nel campionato di Seconda Divisione, con l’Itala Gradisca, Goriziana, Udinese, Cantieri Riuniti dell’Adriatico e Solvay di Monfalcone.
Tra i giocatori di allora, “anima e cervello, atleta di valore, il dottor Gualtiero Morpurgo, cui facevano corona Filiputti, Zampar, Capelloni, Morbin, Ceppellotto, Boscarol, Mauro, Sebastianutti ed altri ancora“.
Con l’andar del tempo le file andavano ingrossandosi, ma poi comparvero le avversità. Le leggi razziali obbligarono Morpurgo a rinunciare a ogni interesse e all’attività sportiva, le chiamate alle armi mutilarono le file e, infine, “il turbine della guerra – scrive Di Giust – travolse Morpurgo, scomparvero Zampar e Filiputti, lunghi anni di prigionia restituirono i migliori non più giovani e con nel fisico le tracce dei patimenti“.
Ma c’era tra i reduci Bruno Morbin il quale, in servizio militare a Bari, aveva potuto giocare nella squadra locale nel campionato di serie B (una cronaca di Bari-Napoli, terminata 28-40, ci riporta ai punteggi dell’epoca).
“Riabbracciò i tabelloni – afferma Di Giust – raddrizzò i canestri e riunì, sotto i colori del Fronte della Gioventù, aggregandoli alla sua passione, mezza dozzina di giovani“.
Di quest’epoca i ricordi sono le trasferte in bicicletta, il titolo di campione friulano di Prima Divisione, la fiera rivalità con Monfalcone, le difficoltà ambientali e finanziarie, nonché l’entusiasmo e la caparbia volontà di ridare nuovo lustro alle tradizioni cestistiche cervignanesi.
Questo quello che successe prima della nascita dell’ABC, a testimonianza che il basket, a Cervignano, ha radici e tradizioni ben anteriori agli anni ’60.
La fondazione dell’ABC
Per quanto riguarda la storia targata ABC possiamo dire che il nucleo originario muoveva i suoi primi passi (correva l’anno 1960) sotto l’unico canestro del cortile retrostante della Scuola Media di Via Trieste. Più tardi si trasferirà sulla terra battuta del campetto della scuola Media di Via Udine.
Erano gli anni in cui, d’estate, il gruppetto, capitanato, ispirato, inebriato da Piero Tesini, andava ad esibirsi sull’asfalto in fronte spiaggia a Grado, ingaggiando (e vincendo…) partite non-stop con gli indigeni e i villeggianti.
Forse è la vera epopea!
Il primo campionato ufficiale si tenne tra il 1962 e il ’63, nell’ambito del Ricreatorio S.Michele (diocesi di Gorizia), a cura del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano). I nostri paassarono la prima fase, ma si ritirano dalla successiva per mancanza di fondi (è il primo impatto con il bilancio di gestione!)
A partire dalla stagione successiva (’63-’64) l’ABC fu impegnata nel campionato FIP di Prima Divisione, trovando quasi sempre sulla propria strada per il primato, la squadra del “Romolo Marchi” di Pordenone. Ci si muoveva in Lambretta e in autostop, per scoprire le bellezze della regione e degli avversari!
Alla fine degli irripetibili anni ’60, l’ABC vinse il Torneo S. Marco a Udine, contro compagini ben più blasonate. La guidava Sergio Fontanini, l’allenatore che fece fare il salto di qualità e di coscienza, prima di tornare nelle sue terre di Ravenna.
Si cominciò a gareggiare anche nelle categorie giovanili, con personaggi che scriveranno tante pagine della storia cestistica a Cervignano.
Gli anni ’70 segnarono la svolta nella crescita e maturazione della società. Ricordiamo di questo periodo le finali nazionali Ragazzi e Allievi, la continuità nella categoria Promozione per i seniores, la nascita del settore Minibasket, l’effimera affermazione delle ragazze cervignanesi, l’inaugurazione nel ’75 del Palazzetto dello Sport, e infine – ma non ultimo – il consolidamento di una cultura sportiva alternativa al calcio, anche per merito di un pubblico appassionato e motivato.
Arrivarono poi gli anni ’80 con il salto in Serie D Nazionale, l’organizzazione delle finali nazionali del campionato Cadetti nel nostro Palazzetto dello Sport (con la Scavolini regina d’Italia), e un impegno sempre maggiore nel settore giovanile con significativi riconoscimenti da parte delle Società maggiori.
L’approdo agli anni ’90 fu più difficile. Il fardello cominciava a pesare. Resse Tesini, ancora, magari da solo. La pallacanestro diventava doppia, (in)utilmente. Si faticava sempre più a trovare soldi e persone disposte a lavorare. Si inventò la “24 Ore di basket”, manifestazione che non aveva (e non ha…) eguali in regione.
Il resto è attualità. Nel ’95 subentra un nuovo Consiglio Direttivo che riparte e dà nuova linfa alle sorti dell’ABC. Non mancano, pur in una fase così problematica, alcune soddisfazioni a livello provinciale e regionale, e di questo va dato atto ad allenatori, giocatori ed accompagnatori.