Facciamo la conoscenza con Luca Maggio, talento del vivaio cervignanese nonché giovane e promettente scrittore. Ha infatti pubblicato da poco il suo primo libro, edito da “Michael Edizioni” e intitolato “Il Dio del mare“.
«Luca, raccontaci un po’ del tuo libro…»
Il libro nasce veramente grazie a un colpo di fortuna. Un anno fa avevo scritto un racconto, “Il Dio del mare”, con il quale avevo partecipato ad un concorso, riuscendo a piazzarmi secondo. Lì ho conosciuto un’editrice che si è detta disponibilissima a pubblicare il mio racconto sotto forma di libro. E allora mi son messo all’opera, mantenendo intatta la storia e non cambiando la “location” del racconto, che è un’isola che un po’ tutti conosciamo bene, Grado. È una storia un po’ complessa da riassumere in poche parole; il romanzo segue la storia di quattro amici impegnati nella ricerca del loro Destino, mentre le loro vite, lentamente, scivoleranno in un limbo dove è difficile distinguere il sogno dalla realtà. E in quest’atmosfera onirica, i quattro dovranno combattere per quei valori che ritengono portanti, l’amore, l’amicizia e la felicità.
«Sappiamo che scrivi anche poesie e che hai ottenuto importanti riconoscimenti in diversi concorsi letterari. Da cosa nasce la passione per la scrittura?»
Quando ero piccolo amavo leggere, e l’idea di creare le storie che piacevano a me mi affascinava; così ho iniziato a cimentarmi in questa “avventura”. Pian piano, però da gioco che era, è diventato qualcosa di più profondo, quasi un bisogno. Quando son cresciuto ho capito che scrivere mi faceva star bene, mi rilassava, mi dava le chiavi d’accesso a un mondo tutto mio e al contempo mi dava la possibilità di sfogarmi. Così ho deciso di coltivare questa passione fino in fondo. Tra l’altro fare lo scrittore è da sempre stato il mio sogno nel cassetto.
«Fin qua abbiamo conosciuto il Luca scrittore, ma in queste pagine non possiamo non parlare del Luca cestista. C’è qualcosa che accomuna queste due grandi passioni?»
È la possibilità di evadere dalla realtà che, secondo me, accomuna il basket alla scrittura. Quell’attimo di tranquillità che qualcuno può trovare in un libro, in un film, nella musica, io lo trovo nel basket e nella scrittura. È questa magia che mi regalano che fa di loro le mie due più grandi passioni. E poi entrambe ti consentono di esprimere il tuo potenziale, di dare il meglio di te e di vivere emozioni più uniche che rare.
«Hai solo 17 anni, ma possiamo dire che ormai sei un “veterano” di questa Società. Giochi a basket da quando avevi 4 anni, hai fatto tutta la trafila dal minibasket agli Under 18. Se dovessi scrivere un racconto di poche righe, come riassumeresti questi 13 anni in ABC?»
Beh, è veramente difficile riassumere 13 anni in poche parole, ma ci provo. Ci sono stati dei momenti meravigliosi, e altri più impegnativi, soprattutto quando ci siamo “trasferiti” a Romans. Nel complesso, però, ho dei ricordi stupendi sin dai primi anni – ho conosciuto persone fantastiche e vissuto esperienze uniche. Diciamo che questi 13 anni mi hanno aiutato a crescere molto non solo sotto il profilo di giocatore di basket.
«E quest’anno come sta andando il campionato?»
Fino ad ora un po’ di alti e un po’ di bassi, ma spero che ce la metteremo tutta per migliorare e concludere al meglio possibile.
«Luca grazie per la bella intervista, ti facciamo un grande in bocca al lupo per i tuoi percorsi, quello letterario e quello sportivo, e ti salutiamo con un’ultima, scontatissima, domanda. A quando un romanzo sulla pallacanestro?»
Grazie e crepi il lupo. Per quanto riguarda il romanzo sulla pallacanestro… beh, domanda ostica. Per quanto ci abbia provato è veramente difficile scrivere un romanzo sul basket, riprodurre la rapidità delle decisioni, dei movimenti, le emozioni, la fatica, la concitazione di una partita. Però in futuro, chi lo sa, magari un bel romanzo sulla pallacanestro riuscirò a sfornarlo…